Il tricentenario della nascita di Giambattista Piranesi
L'affascinante opera di uno degli incisori più conturbanti di sempre
A ottobre ricorre il terzo centenario della nascita di Giambattista Piranesi (Mogliano Veneto, 4 ottobre 1720), uno dei più importanti incisori della storia dell’arte. La sua famiglia assume un ruolo fondamentale nel percorso formativo. Il padre, da qualificato tagliapietre e capomastro, lo introduce nel mondo dell’architettura, mentre lo zio materno lo inizia allo studio di Andrea Palladio e Marco Vitruvio Pollione. Il fratello lo avvicina alla lingua latina e gli infonde la passione per la storia della civiltà romana e per la Capitale. Sarà proprio il caput mundi a fare da scenario al suo apprendistato e gli darà l’opportunità di visitare i monumenti e i siti archeologici più imponenti del nostro Paese, dalla cui attenta osservazione nasceranno molte opere. Nel 1748, infatti, Piranesi inizia la produzione delle celebri Vedute di Roma, che raffigurano proprio queste bellezze architettoniche, a cui seguirono le Antichità romane. Marguerite Yourcenar comprò quattro stampe di Piranesi nel 1941 e tra queste ve ne era una che raffigurava Villa Adriana. Ne rimase profondamente impressionata. «Il genio quasi medianico di Piranesi […] i lunghi percorsi che la memoria ripercorre, l’architettura tragica del mondo interiore. Per anni ho guardato quell’immagine, senza dedicare un pensiero all’opera (ndr le Memorie di Adriano), iniziata in altri tempi. Credevo di aver rinunciato a essa». Fra il 1745 e il 1750 Piranesi lavora sulle Invenzioni capric[ciose] di carceri, incentrate sui luoghi di detenzione. Una seconda edizione, con alcune aggiunte, è datata 1761 e viene chiamata Carceri d’invenzione. Sarà sempre Yourcenar a scrivere un saggio dedicato a questi capolavori, intitolato La mente nera di Piranesi perché, secondo lei, sono «una delle opere più segrete che ci abbia lasciato in eredità un uomo del XVIII secolo […] la negazione del tempo, lo sfalsamento dello spazio, la levitazione suggerita, l’ebbrezza dell’impossibile raggiunto o superato. Hanno le peculiarità del sogno. O, per meglio dire, dell’incubo». Durante il papato di Clemente XIII venne eletto accademico onorario di San Luca nel 1761 e cavaliere dello Speron d’oro. Prima ancora, nel 1757, divenne membro onorario della Society of Antiquaries di Londra. Nel 1761 fu inviato dal Papa a studiare i restauri all’interno del Pantheon e a intervenire sull’abside della Basilica di San Giovanni in Laterano. Nello stesso periodo ricevette l’incarico per la trasformazione della piccola Chiesa di Santa Maria del Priorato. Non ne modificò la volumetria, ma seppe ideare una nuova e innovativa distribuzione degli spazi interni. L’Istituto centrale per la grafica, alla Fontana di Trevi, ha organizzato una mostra a lui dedicata che verrà inaugurata il 15 ottobre 2020 e chiuderà il 28 febbraio 2021, dal titolo Giambattista Piranesi. Sognare il sogno impossibile. Presso l’Istituto, infatti, sono conservate tutte le matrici calcografiche incise da lui e dai suoi allievi, così come l’intera raccolta delle stampe. Il Touring Club Italiano, da anni, sostiene eventi espositivi e divulgativi che mirano ad approfondire l’attività di un incisore che, con la sua abilità tecnica e la sua capacità di catturare ed evocare forti emozioni, riesce a suscitare nell’osservatore sensibile e attento ammirazione, oltre a ispirare e a suggerire nuove idee e progetti. Un genio assoluto che ha finito per influenzare le opere di artisti quali Coleridge, Thomas Quincey, Charles Baudelaire, Aldous Huxley, Marguerite Yourcenar e Victor Hugo. Una mente superiore che ha attraversato i secoli.