Niko Romito, tre stelle di semplicità
Della mia cucina si dice spesso che è semplice. È verissimo, nel senso che manca di complicazione, eppure sottintende una notevole complessità. La complessità in cucina può essere vantaggiosa, la complicazione mai
Della mia cucina si dice spesso che è semplice. È verissimo, nel senso che manca di complicazione, eppure sottintende una notevole complessità. La complessità in cucina può essere vantaggiosa, la complicazione mai.
La semplicità è il principio cardinale di Niko Romito, come uomo e cuoco. Le sue passioni sono le opere di Mario Giacomelli e di Ettore Spalletti, gli spazi dilatati degli altopiani d’Abruzzo, i materiali naturali – pietra, legno, ferro. Se non avesse fatto il cuoco avrebbe fatto l’architetto.
Romito nasce a Castel di Sangro (AQ) il 30 aprile 1974, ultimo arrivato in una casa già dominata da tre sorelle. Dopo aver fatto l’istruttore di sci e il maestro di tennis, s’iscrive a Economia e Commercio, ma alla morte del padre lui e la sorella Cristiana assumono la gestione del Reale, il ristorante creato proprio dal padre anni prima, con l’intenzione di mantenerlo lo stretto necessario per trovare un acquirente.
In breve i due s’innamorano del mestiere e procedono su un binario di ricerca e di duro lavoro. Romito, infatti, non ha alcuna concreta esperienza gastronomica e gli esordi sono sotto il segno dell’improvvisazione e dell’istinto di sopravvivenza. Quando decide di acquisire solide basi tecniche e teoriche, anziché puntare a un diploma o a uno stage nella cucina di uno chef titolato, opta per un’autodidattica pilotata. Romito è curioso: ogni attimo libero è speso sulle pagine di un libro o ai tavoli del ristorante di questo o quel collega. Tutto serve per dar forma a un’intuizione, a una nuova visione.
Il cuoco autodidatta in soli 7 anni conquista 3 stelle Michelin. La prima arriva nel 2007, dopo essere stato l’anno precedente tra i migliori emergenti per la guida del Gambero Rosso e Giovane dell’anno per la guida dell’Espresso. Dal 2009 al 2011 arrivano la seconda stella Michelin, le tre forchette della guida del Gambero, l’ingresso nella guida de Le Soste, i premi Pranzo dell’Anno della guida dell’Espresso e Miglior Chef della guida di Identità Golose. Nel frattempo trasferisce il Reale a Casadonna, in un ex monastero del Cinquecento a Castel di Sangro, dove apre anche la Niko Romito Formazione – oggi Accademia Niko Romito, Scuola di Alta Formazione e Specializzazione Professionale. A novembre del 2013, a soli 39 anni, si porta a casa la terza stella Michelin.
Nel 2017 inizia una collaborazione con Bulgari Hotels & Resorts per curare la cucina dei ristoranti dei nuovi hotel nel mondo: per loro elabora un format ad hoc frutto di oltre due anni di studio, un’antologia di grandi classici che rappresenta l’essenza del mangiare bene italiano. All’apertura di Pechino nel 2017, hanno fatto seguito Dubai, Shanghai (quest’ultimo ottiene la prima stella Michelin, dopo soli due mesi dall’apertura) e Milano, dove Il Ristorante Niko Romito ha inaugurato ad agosto 2018.
Lo chef attraverso una ricerca incessante e con uno spiccato approccio imprenditoriale percorre la strada dell’essenzialità, dell’equilibrio e del gusto. In poco tempo ha saputo creare un linguaggio gastronomico incisivo e personale, e un sistema complesso in cui coesistono alta cucina, format di ristorazione diffusa, formazione e prodotti per il consumo domestico.