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Piccione, dietro le piume c’è di più

Vituperati, spesso maltrattati soprattutto nelle grandi città dove sono molto diffusi, i piccioni possiedono caratteristiche uniche che, unite ad alcune curiosità, ne fanno un volatile straordinario. In natura può superare il 0,1 anni di vita e

Vituperati, spesso maltrattati soprattutto nelle grandi città dove sono molto diffusi, i piccioni possiedono caratteristiche uniche che, unite ad alcune curiosità, ne fanno un volatile straordinario.

In natura può superare il 0,1 anni di vita e la sua velocità massima è addirittura di 150 km/h per distanze, non certo a quella andatura, anche di 1.000 km. Ha inoltre una capacità eccezionale nel ritrovare il suo luogo di origine e si ritiene sfrutti varie strategie, come una sorta di bussola interna che percepisce il campo magnetico terrestre, un sistema di orientamento basato sulla posizione del sole, un meccanismo olfattivo per riconoscere gli odori del proprio nido d’origine e un’intrinseca capacità di orientamento.

I piccioni sono talmente diffusi nel mondo (si stima che la popolazione totale, per 300 specie diverse, possa arrivare a 330 milioni di esemplari) da meritare una prima catalogazione, nella seconda metà del 1700, da parte del biologo, botanico e entomologo tedesco Johann Friedrich Gmelin.
Possono passare alcuni giorni a digiuno (la loro dieta prevede briciole, semi, rifiuti urbani e frutta, ma per favorirne la digestione devono ingerire anche delle pietruzze, per sminuzzare gli alimenti), ma hanno bisogno di bere continuamente dell’acqua.

Pennuto tipico dell’Europa Meridionale, del Nord Africa e del Medioriente il piccione è noto per adottare strategie riproduttive e comportamentali che gli consentono di prosperare in ambienti urbani e suburbani.
Sono considerati cosmopoliti e ubiquitari, il che significa che sono presenti in molte parti del mondo e si adattano con versatilità a una vasta gamma di habitat.
La loro dinamica di popolazione è influenzata da metodi riproduttivi, alcuni piccioni adottano una strategia caratterizzata da un alto potenziale riproduttivo e una bassa sopravvivenza, altri seguono invece la strada completamente opposta, un basso potenziale riproduttivo per un’alta sopravvivenza.
Se la bianca colomba è un totem di forte simbologia di pace anche il piccione, animale monogamo, rappresenta l’amore: si dice che chi ama i piccioni sia una persona amorevole, empatica e gentile.

Sono animali estremamente intelligenti (possono categorizzare 128 foto in 16 categorie contemporaneamente) e possiedono un’eccellente memoria: sono in grado di ricordare una persona ostile e in futuro la eviteranno, anche se non dimostrerà mai aggressività. Le loro abilità cognitive sono talmente sviluppate che possono riconoscere le proprie immagini in uno specchio, capacità condivisa con pochissimi altri animali al mondo.
Anche la loro vista è estremamente sviluppata: gli occhi sono perfettamente protetti e possono addirittura guardare direttamente il sole. Vedono talmente bene che il loro occhio percepisce fino a 75 fotogrammi al secondo, noi solo 24.
Profumi e sapori? Odiano le spezie, soprattutto pepe, peperoncino e cannella.

Altre curiosità? In Siria e Iraq sono banditi. Lo stato islamico sostiene che il loro planare sulle teste dei musulmani sia offensivo nei confronti dell’Islam e, quindi, ne ha vietato gli allevamenti.

Anche le arti li celebrano: in letteratura sono stati citati tra gli altri in Col fuoco non si scherza di Emilio De Marchi, ne Gli occhi chiusi di Federigo Tozzi e ne Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi. E tra arti e provocazione Maurizio Cattelan li ha esposti in alcune delle sue installazioni così come Paul Klee li ha dipinti nel suo Paesaggio con uccelli gialli e, non da ultimo, sono presenti con Candido Vitali nella sua Cacciagione con piccione vivo, una natura morta.
A proposito di quadri: forse nessuno sa che tre ricercatori hanno messo alla prova un gruppo di piccioni insegnando loro a distinguere tra un Monet e un Picasso. Pare che i pennuti siano riusciti a riconoscerli, a meno che non venissero capovolti… E il cinema? Leone d’Oro nel 2014 al Festival del Cinema di Venezia, il regista è Roy Andersson, e il film, davvero particolare, si intitola Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza.

Insomma, i piccioni sono uccelli davvero affascinanti con una lunga storia di convivenza con gli esseri umani risalente a millenni fa quando furono addomesticati per fornire cibo e servizi come messaggeri attraverso biglietti noti come colombigramma.
Si pensi alle guerre, quando vennero usati per la consegna di posta e comandi: molti morirono in azione e ad alcuni di loro furono addirittura assegnate medaglie e, in alcuni casi, eretti monumenti.