Come è facile intuire, quella tra cinema e pinoli non si può considerare una frequentazione assidua: tra le pochissime eccezioni possiamo annoverare il terzo film dedicato a Bridget Jones, Bridget Jones’s Baby del 2016, ispirato anch’esso, come i suoi due predecessori (Il Diario di Bridget Jones del 2001 e Che pasticcio, Bridget Jones ! del 2004), ai personaggi creati dalla scrittrice inglese Helen Fielding.
A interpretare la romantica e svampita protagonista è ancora Reneé Zellweger e la storia è sempre incentrata sulla competizione di due uomini per ingraziarsela. Stavolta però, a tener testa all’onnipresente Mark Darcy (Colin Firth), non c’è più, come nei primi due film, Daniel Cleaver (Hugh Grant), che è dato per morto in un incidente aereo, ma il playboy Jack Qwant (Patrick Dempsey).
All’inizio del film troviamo la povera Bridget, reduce dalla rottura con Darcy, da sola a casa, depressa, a festeggiare il suo quarantatreesimo compleanno con la sola compagnia di una bottiglia di Champagne; a correrle in soccorso arriva la sua giovane ed esuberante collega giornalista Miranda (Sara Solemani) che le propone di partecipare a uno scatenato festival musicale.
Qui Bridget conosce Jack, un milionario (si scoprirà poi) col quale passa la notte. Nei giorni seguenti Bridget incontra Mark e i due scoprono di essere ancora innamorati e passano una notte di passione. Poche settimane dopo Bridget scopre di essere incinta, ma chi sarà il padre? Serve un test del DNA. Nell’attesa del risultato del test, i due potenziali genitori si prodigano in premure, e qui arrivano i pinoli: Jack infatti si presenta a casa di Bridget con una cena a base di salmone saltato in padella con salsa, appunto, di pinoli (ne trovate la ricetta in rete).
Che dire di questa simpatica commedia romantica? Niente di nuovo sotto il sole, la formula è praticamente identica a quella dei suoi due predecessori, ma funziona ancora e le battute e certe situazioni sono spiritosissime. Le sequenze del corso pre-parto, al quale i due potenziali padri, per evitare alla futura madre l’imbarazzo della situazione, si presentano spacciandosi per una coppia omosessuale con Bridget che si finge la madre surrogata, sono tutte divertentissime. Tutta la sequenza iniziale del festival è esilarante. C’è poi la parte ambientata sul luogo di lavoro, uno studio televisivo in cui ne succedono di tutti i colori, dove la nuova direttrice rampante, arrivista e spietata, finirà per licenziare la povera Bridget, che non riuscirà proprio ad adeguarsi.
Chi sarà il padre e come andrà a finire? No spoiler: chi vedrà saprà.