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Doppia pelle

Jean Dujardin e la sua giacca di daino

George (Jean Dujardin, attore di fama internazionale vincitore nel 2012 del Premio Oscar come miglior attore per The Artist) va in giro con la sua auto rubando giacche a chiunque gli capiti a tiro. Un giorno acquista una giacca di pelle di daino a un prezzo altissimo da un vecchio che gli regala una telecamera; poi si trasferisce in un paesino montuoso di periferia e, indossando perennemente il capo, inizia a parlarci credendo che esso gli risponda. La giacca vuole che lui realizzi il suo desiderio: essere l’unica al mondo a essere indossata. Per attuare il piano George inizia a girovagare uccidendo tutte le persone che indossano una giacca.
Un giorno incontra una ragazza, Denise, una barista annoiata e desiderosa di cambiare vita, e le fa credere di essere un regista. Con la sua telecamera inizia a fare delle riprese per convincerla che sta girando un film e che ha bisogno dei suoi soldi per produrlo. La ragazza si lascia coinvolgere, gli presta i soldi, gli regala pantaloni, stivali e guanti tutti interamente di daino e diventa sua complice fino al giorno in cui il nostro protagonista non finisce ucciso per vendetta dal padre di un ragazzo che aveva maltrattato.
Come si evince dalla trama, Doppia pelle (Le daim, il daino), film francese del 2019 diretto da Quentin Dupieux, della durata di poco più di un’ora, è una pellicola decisamente strana, difficile anche da etichettare in un unico genere: è una sorta di commedia horror/demenziale che fa della metafora la sua cifra stilistica. George è una persona sola (è stato lasciato da poco dalla moglie) e ha deciso di rompere i ponti col passato e di cambiare pelle (in questo senso il titolo italiano è decisamente più significativo rispetto al titolo originale) per ritrovare una identità profonda dando sfogo alla sua parte animale e selvaggia. Da qui il senso di volersi travestire da daino, rinunciando a qualsiasi contatto o identificazione con la società.
È un film decisamente straniante, ricco di colpi di scena, a volte divertente, altre tristissimo ma che merita assolutamente la visione. Non è un horror classico, se amate film come Saw o The Conjuring siete fuori strada; se invece volete provare un’esperienza filmica particolare e lasciarvi trasportare dalla visione di un regista dallo sguardo insolito come Dupieux, allora è il film che fa per voi. Da notare che la pellicola ha vinto il premio della giuria al Dublin International Film Festival finendo anche in concorso al Festival di Cannes (Quinzaine des realisateurs).