Il mio amico in fondo al mare
Da Aristotele ai Mondiali di calcio: le tante "vite" del polpo
Oggi parliamo del mollusco dai molti piedi, il polpo, il cui nome deriva dal greco pōlýpous, termine composto da polýs (molto) e póus (piede). Poi con il tempo i piedi devono averli contati… e infatti il nome scientifico è Octopus vulgaris, dal fatto di aver, appunto, otto tentacoli. Il fossile più datato risale a ben 296 milioni di anni fa, pertanto si ritiene che questo animaletto davvero speciale nuotasse nei mari già in epoca preistorica, com’è altrettanto certo che già facesse parte della dieta delle popolazioni mediterranee più antiche. I numerosi reperti archeologici e i meravigliosi vasi minoici – a partire dalla famosissima brocchetta di Gurnià del XVI secolo a.C. – o le decorazioni musive greche e romane, lo testimoniano ampiamente.
Nella Storia degli animali, Aristotele riteneva il polpo un animale stupido, avendo scambiato la sua socievolezza per scarsa intelligenza: «Si avvicina alla mano dell’uomo quando questa è calata nell’acqua». In realtà oggi sappiamo che il polpo è sorprendentemente intelligente tanto da aver ispirato numerosi libri, quali ad esempio L’anima di un polpo della celebre naturalista Sy Montgomery e Altre menti del filosofo della scienza Peter Godfrey-Smith, per non parlare dell’immersivo e toccante docufilm Il mio amico in fondo al mare prodotto da Netflix e insignito nel 2021 del Premio Oscar.
Dei polpi sappiamo che sanno usare i tentacoli come apribottiglie, che riciclano i gusci delle noci di cocco per farne tane e che – cosa che abbiamo appreso dal polpo Paul ai Mondiali del 2010 – sanno anche predire i risultati delle partite di calcio… Viene da chiedersi se mangiare polpi renda anche noi più intelligenti: beh direi di no, ma essendo un’importante fonte di magnesio è un alimento che aiuta chi soffre di emicrania, riducendone gli attacchi e l’intensità. Inoltre contribuisce ad aumentare la densità ossea e a migliorare l’umore di chi soffre di depressione. Ricco di proteine e povero di grassi saturi è inoltre un alimento ideale per chi è a dieta.
Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis historiae, descrive un polpo gigante con una testa grande quanto 15 anfore che, sulle coste spagnole, aveva l’abitudine di devastare i vivai di ostriche e aragoste dei raffinati patrizi romani del luogo e che, data la sua capacità di arrampicarsi persino sugli alberi, riusciva a sfuggire a ogni tentativo di cattura. Ed è forse lo stesso polpo che, ancora nell’Ottocento, in 20 mila leghe sotto i mari di Jules Verne per poco non riesce a stritolare il Nautilus… e che, solo pochi giorni fa, con i suoi 40 kg e i tentacoli di oltre 4 metri di lunghezza, è stato finalmente catturato al largo di Porto Venere. La cattura di un esemplare così grande ha destato certo grandissima curiosità, ma non dimentichiamo che i quotidiani del 1912 testimoniano la pesca, nella costa californiana, di un polpo ancora più grande: pesava ben 125 kg e aveva un diametro di poco inferiore ai 10 metri.