I borghi del pane
Il pane è l’emblema del sacrificio del lavoro dell’uomo, della storia delle tradizioni. Il suo profumo e gusto unico lo rendono anche un simbolo di condivisione e fratellanza.
Il pane è l’emblema del sacrificio del lavoro dell’uomo, della storia delle tradizioni. Il suo profumo e gusto unico lo rendono anche un simbolo di condivisione e fratellanza.
Il paesaggio italiano riflette le tradizioni legate ai consumi di pasta e pane di grano duro o grano tenero generando una geografia a mosaico che caratterizza tutto lo stivale. In particolare, il grano duro, di cui il nostro paese è il secondo produttore al mondo dopo il Canada, privilegia il centro e il sud Italia.
Le coltivazioni dorate illuminano gli scenari. I panorami mutano i colori secondo il ciclo produttivo dal marrone, al verde e infine il giallo oro. Un insieme cromatico reso ancora più affascinante dalla consapevolezza dell’importanza e della preziosità di questa pianta. Il campo di grano ha ispirato anche composizioni canore e liriche famose. Giacomo Leopardi fu ispirato, nella composizione del “L’infinito” dalla vista, al di là della siepe, dell’orizzonte appenninico, delle colline coperte da campi ondulati verdi o dorati, un mare di spighe che con il movimento che simula le onde del mare. Uno schema paesaggistico in cui si incastonano borghi, pievi, fortificazioni e corsi d’acqua. Dalla natura e dal lavoro dell’uomo, da millenni, nasce il pane che racchiude in sé tanti significati simbolici, tradizioni, il senso di comunità, di condivisione. Per la cultura cristiana il pane rappresenta il corpo del Cristo spezzato per gli uomini in remissione dei peccati.
Intorno al pane si è sviluppato, da sempre un interesse profondo per il suo significato e per la sua storia millenaria.
Seguendo il suo aroma fragrante andiamo alla sua scoperta partendo dalla Toscana. Il comune di Altopascio, in provincia di Lucca, è una tappa per i pellegrini lungo la Via Francigena. Nell’anno mille viene eretto un convento di San Jacopo gestito dall’ordine dei Cavalieri del Tau per l’accoglienza dei viaggiatori che ha funzionato fino al 1700. La denominazione deriva dalla lettera dell’alfabeto greco ed evoca la croce di Cristo e il bordone dei viandanti. Il monumento più importante di questo paese di impianto medievale è la chiesa di San Jacopo Maggiore che ha inglobato l’edificio romanico. La torre campanaria ha al suo interno una campana del 1327 che viene, simpaticamente, chiamata “la smarrita” per il ruolo di indicare la strada ai pellegrini smarriti. Nelle vicinanze si può visitare anche la Riserva Naturale Provinciale Lago di Sibolla. Altopascio è famosa anche per la produzione del vero pane toscano preparato con farine locali, privo di sale, senza lievito; per la lievitazione è utilizzato un impasto particolare detto “la sconcia” che viene prodotto quotidianamente. È stato eletto comune capofila della associazione delle “Città del pane che fondata nel 2002 è stata sciolta nel 2023.
In Umbria arriviamo a Strettura, una frazione del comune di Spoleto, un caratteristico borgo dominato da una fortezza costruita nel XIII secolo: Benedetto Caetani che è stato colui che indisse il primo Giubileo della storia della Chiesa, nell’anno 1300. L’obiettivo era quello di controllare i territori dove spesso i mercanti, in transito tra lo stato Pontificio e Firenze, venivano assaliti e derubati. Oggi la struttura che è sorta da un castrum romano è stata ristrutturata e trasformata in un Resort. La fama di Strettura è legata alla produzione di un pane sciapo che viene realizzato secondo una ricetta che si tramanda da secoli. Farina di grano tenero, acqua di sorgente e cotto in forni di mattoni, infuocati con le fascine di arbusti profumati che gli conferiscono un sapore speciale.
Nel Lazio la tradizione del pane viene espressa in vari presidi Canterano, Genzano e Lariano. Canterano è un piccolo borgo arroccato sui Monti Ruffi di origini molto antiche. È stata fondata dai Pelasgi un popolo che risale al XIII secolo A.C, da cui si gode un meraviglioso panorama. Il pane di Canterano vanta una lunga tradizione. A lievitazione naturale prodotto in pagnotte di varie forme e dimensioni. Anche a Genzano sorge un castello dei monaci cistercensi risalente al 1225. Un altro monumento particolare è Palazzo Sforza Cesarini il più significativo della città, a cui è annesso un romantico parco all’inglese. La città è celebre anche per altri due motivi. Nel 1778 viene organizzata la prima edizione della infiorata che ancora oggi attrae moltissimi turisti. Il pane casereccio con lievito madre rende ancora più famosa Genzano. Ha ottenuto il marchio IGP e la sua caratteristica è il contrasto tra la croccante crosta esterna e la morbidezza del suo contenuto. La preparazione del lievito madre è l’unico metodo che permette di ottenere un lievito naturale contenente batteri lattici e acetici atto a garantire la conservazione e la elasticità del prodotto. L’impasto viene messo a riposare in casse di legno con teli di canapa e spolverati con cruschello. Seguendo la fragranza del pane siamo a Lariano, nel castello di Lariano. In epoca imperiale ospitava un avamposto di difesa romano e successivamente un castello fortificato. Orazio sostiene che sul monte era situato un tempio dedicato alla Dea Diana. La Rocca fu poi contesa anche dai Colonna che la conquistarono e la tennero a fasi alterne. Il pane ha una storia secolare. Un impasto fatto con la farina di grano tenero semi-integrale e lievito madre, doppia lievitazione e cotto in forni a legna, alimentati esclusivamente con legni di castagno. Il pane di Lariano è un prodotto a marchio MCG (Marchio Collettivo Geografico).
Per completare il viaggio alla ricerca del pane di una volta approdiamo a Senigallia, nelle Marche, un comune in cui la cinta muraria racchiude un gioiello architettonico. La Rocca, espressione della magnificenza del potere aristocratico è stata costruita da Giovanni della Rovere a partire dal 1480. Nel XVI secolo fu eretto il palazzetto Baviera Nel 1830 nasce il Foro annonario un portico di 30 colonne. Nel Settecento vengono edificati i Portici Ercolani lungo la sponda destra del fiume Misa per ospitare la fiera italiana più importante al tempo che a partire dal 1621 si teneva a Senigallia. Una vocazione fieristica che si è mantenuta. Da oltre 22 anni in onore del pane, della sua conoscenza e diffusione ogni anno si svolge a Senigallia “Pane Nostrum – Il Salone Nazionale dei Lievitati”. Una manifestazione che vuole preservare e tramandare l’antica arte e tecnica della panificazione in ogni sua espressione. Il pane è l’emblema del sacrificio del lavoro dell’uomo, della storia delle tradizioni. Il suo profumo e gusto unico lo rendono anche un simbolo di condivisione e fratellanza.