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Pesce povero? “Sgombriamo” il campo

Tipico pesce azzurro proprio del mar Mediterraneo, per quanto lo si trovi anche nel nord dell’oceano Atlantico, nel mar di Norvegia, nelle acque islandesi, groenlandesi, canadesi e, addirittura, nel mar Nero, lo sgombro è a

Tipico pesce azzurro proprio del mar Mediterraneo, per quanto lo si trovi anche nel nord dell’oceano Atlantico, nel mar di Norvegia, nelle acque islandesi, groenlandesi, canadesi e, addirittura, nel mar Nero, lo sgombro è a torto considerato un pesce povero, da alcuni visto come un parente “misero” del tonno, forse anche a causa del fatto che viene spesso confezionato sott’olio e in scatola. Viene considerato un pesce povero: tutt’altro.

È invece particolarmente ricco di proteine, vitamina A (rafforza e mantiene sana la pelle, i capelli e le mucose, protegge dalle infezioni i polmoni, presidio curativo nel trattamento dell’acne, promuove la cicatrizzazione delle ulcere cutanee, partecipa ai processi enzimatici necessari al corretto sviluppo delle ossa e al buon funzionamento del sistema ovarico e testicolare; indispensabile per il buon funzionamento della retina, serve in gravidanza per garantire lo sviluppo embrionale e il normale processo di crescita del feto), D (favorisce l’assorbimento del calcio e facilita il funzionamento del sistema immunitario combattendo batteri e virus, oltre a essere essenziale per salute di denti, ossa e sistema muscolare), K (necessaria per la sintesi epatica della protrombina e di altri fattori della coagulazione del sangue) e alcune del complesso delle vitamine B (dette anche le vitamine energetiche).

Ma non basta: lo sgombro è anche particolarmente ricco di ferro (componente fondamentale dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo, e della mioglobina, che invece rifornisce di ossigeno i muscoli). Partecipa anche all’attività di molti enzimi e l’organismo ne ha bisogno per produrre alcuni ormoni e il tessuto connettivo. Mantiene inoltre i tessuti forti e flessibili, permettendoci di muoverci correttamente. Inoltre, favorisce la coagulazione del sangue e regola il battito cardiaco; contiene magnesio, che aiuta la pressione sanguigna, favorisce la sintesi proteica, fissa calcio e fosforo nelle ossa e nei denti. Infine, è preziosissimo perché contribuisce a ridurre stanchezza e favorisce il rilassamento muscolare. In più, cosa assodata e importante anche per la nostra alimentazione, è povero di sodio: abusarne determina un aumento di ritenzione idrica e di pressione del sangue, portando con sé il rischio di ipertensione, che può coinvolgere cuore, arterie e diversi organi, compromettendo la loro salute e quella dell’organismo.

Lo sgombro è a torto considerato un pesce povero, da alcuni visto come un parente “misero” del tonno.

Per capire a fondo caratteristiche, virtù nutrizionistiche e avere qualche piccola curiosità sullo sgombro ci siamo affidati alle parole e alla competenza di Andrea Impero, stellato originario di Ferentino, in provincia di Frosinone, dal 2019 al timone del Borgobrufa Spa Resort di Torgiano, in Umbria, chef specializzato in una cucina, come lui stesso ama definirla, ancestrale, che guarda quindi alla sostanza pura e indiscutibile e alla qualità della selezione della materia prima. Lo chef ci ha raccontato lo sgombro, protagonista di una cucina sana e gustosa che ne consiglia una cottura semplice e breve, se non addirittura è buona cosa evitarla del tutto per un consumo a crudo: è ricco di acidi grassi, o essenziali, “sani”, nello specifico di omega 3, particolarmente importante durante lo sviluppo fetale e infantile, contribuendo alla formazione del sistema nervoso centrale e all’apprendimento.
Negli adulti può migliorare memoria, attenzione e funzioni cognitive e limitare eventuali infiammazioni, date le loro proprietà antinfiammatorie. Ricco anche di omega 6, che contribuiscono a ridurre il rischio di contrarre malattie di tipo cardiovascolare, possono prevenire il cancro e aiutare a tenere sotto controllo il colesterolo, riducendo quello cattivo e aumentando quello buono. Tutte caratteristiche e plus comuni, almeno in parte, ad anguilla, tonno e capitone; ed ecco perché lo sgombro può definirsi, a ragione, un “povero ricco”, più di qualunque altro pesce.
Si accennava agli acidi grassi, altrimenti definiti, non a caso, essenziali: nel periodo autunnale e invernale, quando cioè lo sgombro non si riproduce, questi sono presenti nelle carni in una percentuale di poco superiore al 10%. Ne derivano sapori decisi e gustosi. Ancor di più quindi lo sgombro, oltre che buono e sano, è un prezioso alleato per il nostro benessere, fisico e mentale.

Quindi, perché mai chiamarlo povero? Semmai, un povero ricco.