I mesi della carotina selvatica
Diffusa ovunque nelle nostre campagne, dalla pianura all’alta collina
La carotina selvatica (Daucus carota L.), appartenente alla famiglia delle Apiaceae o Ombellifere, è una pianta biennale ma spesso perenne, quindi la si ritroverà negli stessi habitat. È diffusa ovunque nelle nostre campagne, dalla pianura all’alta collina. Con i suoi fiori bianchi a ombrello è molto vistosa ed è riconoscibile, oltre che per il suo odore di carota, anche per la presenza, al centro dell’infiorescenza, di un fiorellino di colore porpora nerastro. È sorprendente che, anche in periodi di gravissima siccità, questa pianta erbacea resista e cresca mostrandosi in tutta la sua maestosità.
Il segreto sta nel fatto che il suo apparato radicale è forte, tenace, profondo e capace di procurare alla pianta l’acqua e i sali minerali che servono al suo sostentamento anche nei luoghi più aridi.
Antenata della carota commestibile era conosciuta sin dall’antichità. Greci, latini, Slavi e Germani l’apprezzavano soprattutto per il profumo aromatico. Si ritrova raffigurata anche negli affreschi di Pompei. Plinio la cita per le proprietà cicatrizzanti, diuretiche e stimolatrici dell’apparato gastrico. Nei ricettari del Rinascimento se ne consigliavano i fiori per preparare una tisana contro l’epilessia.
Diverse sono le leggende che riguardano questa pianta. Si riteneva che aiutasse il concepimento: per favorirlo era necessario bere un bicchiere di vino nel quale fossero stati bolliti i fiori della pianta. Probabilmente, a causa della sua forma, era considerata afrodisiaca e atta a curare l’impotenza maschile.
La sua presenza nei campi è ben vista, perché attira gli insetti utili, grandi alleati della lotta biologica in agricoltura. Si tratta di insetti antagonisti, sia predatori sia parassitoidi, che hanno la capacità di contenere e controllare in modo naturale l’azione d’insetti parassiti dannosi per le colture.
La pianta non ha usi alimentari particolari: in primavera, da giovane, quando ancora si presenta con la sua rosetta basale, si possano usare le foglie tenere in insalata e le radici tagliate a pezzi e fatte bollire, poi condite. Attenzione: le sue foglie si possono confondere con quelle della cicuta, ma il suo odore di carota toglierà ogni dubbio. Dai semi si può estrarre un olio, utilizzato nella fabbricazione di liquori e nella preparazione di composti aromatici.
Notevoli sono le sue proprietà, benefiche per il nostro organismo. Grazie al suo contenuto di glutatione (il padre degli antiossidanti), asparagina, carotene, vitamine B1, B2, C, PP, E, D, glucidi, provitamina A, vitamina B e C, sali minerali, è fortemente remineralizzante e stimolatrice delle difese immunitarie. Per applicazioni dermatologiche, dai semi si ottiene un olio essenziale, utilissimo per la cura della psoriasi, degli eczemi e delle dermatiti. I suoi semi hanno proprietà diuretiche.
Inoltre l’olio, dal delicato profumo di iris, viene impiegato in profumeria e nelle creme antirughe combinato con altri di origine vegetale. Le radici vengono usate nell’industria per l’estrazione di carotene e di coloranti. È utilizzata anche per la preparazione delle note maschere di bellezza, la cui ricetta prodigiosa sembrerebbe essere una miscela perfetta della polpa di questa pianta, di avocado e di cetriolo.