Vitantonio Lombardo nasce in Basilicata, a Savoia di Lucania, nel 1979. Il suo peregrinare lo ha condotto presso alcune delle migliori corti gastronomiche italiane e internazionali, dove ha appreso tecniche moderne, raffinatezza nei sapori e creatività: Paolo Teverini, Gianfranco Vissani e Fabio Barbaglini sono stati suoi maestri. A questi si aggiunge la fraterna amicizia con Davide Scabin, fondata sulla stima reciproca, a cui Vitantonio ha dedicato la Pizza in Black, in omaggio al famoso Black is Black, spaghetti neri (di nero di seppia) al caviale.
Fra i passaggi più importanti della sua vita professionale c’è senza dubbio la gestione del suo ristorante ai confini con la Basilicata che, nel 2011, gli è valsa l’assegnazione della Stella Michelin, stella che, riconfermata fino all’edizione 2017 – anno di chiusura del precedente ristorante – resta per lui, più che un traguardo, un punto di partenza per fare sempre meglio.
Da vero amante della sua terra, lo chef dopo diversi anni ai confini con la Basilicata, decide di entrarci dentro in tutto e per tutto; così nel maggio del 2018 si trasferisce a Matera, ridando vita a una grotta abbandonata da anni del Rione Sassi, e apre il Vitantonio Lombardo Ristorante. Lo stesso anno gli viene riconferma la sua Stella Michelin.
Il ristorante ha l’intento di comunicare il forte senso di familiarità e consentire a ciascun ospite di sentirsi a casa. I clienti vengono accolti in ambienti irregolari ed essenziali: il tufo a vista è alternato da eleganti particolari in vetro trasparente che fungono da divisori fra la Sala Grotta, su cui si affaccia la grande cucina a vista, e la Sala Cava, più intima. I tavoli sono allestiti con tovagliato bianco e una lampada vi punta sopra, così da esaltare i colori di ciascun piatto.
Punto cardine del ristorante materano è il Menu Degustazione, Cuore, Testa, Pancia che racchiude i piatti che hanno segnato il percorso fatto fino a oggi dallo chef, affiancati puntualmente da nuove creazioni rivolte al futuro: le proposte sono accomunate dalla volontà di regalare nuove sensazioni al palato e stimolare i sensi, in un percorso che va dal pesce alla carne, passando per la terra. Decisamente particolare è la cantina, che si trova all’interno di una vera e propria grotta, dove gli anni sono incisi nel tufo e l’ambiente naturale – morfologicamente adatto per umidità e temperatura – permette la conservazione di circa 400 etichette provenienti da tutto il mondo.
Vitantonio Lombardo nasce in Basilicata, a Savoia di Lucania, nel 1979. Il suo peregrinare lo ha condotto presso alcune delle migliori corti gastronomiche italiane e internazionali, dove ha appreso tecniche moderne, raffinatezza nei sapori e creatività: Paolo Teverini, Gianfranco Vissani e Fabio Barbaglini sono stati suoi maestri. A questi si aggiunge la fraterna amicizia con Davide Scabin, fondata sulla stima reciproca, a cui Vitantonio ha dedicato la Pizza in Black, in omaggio al famoso Black is Black, spaghetti neri (di nero di seppia) al caviale.
Fra i passaggi più importanti della sua vita professionale c’è senza dubbio la gestione del suo ristorante ai confini con la Basilicata che, nel 2011, gli è valsa l’assegnazione della Stella Michelin, stella che, riconfermata fino all’edizione 2017 – anno di chiusura del precedente ristorante – resta per lui, più che un traguardo, un punto di partenza per fare sempre meglio.
Da vero amante della sua terra, lo chef dopo diversi anni ai confini con la Basilicata, decide di entrarci dentro in tutto e per tutto; così nel maggio del 2018 si trasferisce a Matera, ridando vita a una grotta abbandonata da anni del Rione Sassi, e apre il Vitantonio Lombardo Ristorante. Lo stesso anno gli viene riconferma la sua Stella Michelin.
Il ristorante ha l’intento di comunicare il forte senso di familiarità e consentire a ciascun ospite di sentirsi a casa. I clienti vengono accolti in ambienti irregolari ed essenziali: il tufo a vista è alternato da eleganti particolari in vetro trasparente che fungono da divisori fra la Sala Grotta, su cui si affaccia la grande cucina a vista, e la Sala Cava, più intima. I tavoli sono allestiti con tovagliato bianco e una lampada vi punta sopra, così da esaltare i colori di ciascun piatto.
Punto cardine del ristorante materano è il Menu Degustazione, Cuore, Testa, Pancia che racchiude i piatti che hanno segnato il percorso fatto fino a oggi dallo chef, affiancati puntualmente da nuove creazioni rivolte al futuro: le proposte sono accomunate dalla volontà di regalare nuove sensazioni al palato e stimolare i sensi, in un percorso che va dal pesce alla carne, passando per la terra. Decisamente particolare è la cantina, che si trova all’interno di una vera e propria grotta, dove gli anni sono incisi nel tufo e l’ambiente naturale – morfologicamente adatto per umidità e temperatura – permette la conservazione di circa 400 etichette provenienti da tutto il mondo.