La relazione tra traumi infantili e disturbi alimentari
Un dualismo che spesso va a braccetto
La correlazione tra il disturbo da stress post-traumatico e i disturbi alimentari è ben consolidata; il trauma sembra comportare delle alterazioni nei sistemi noradrenergico, serotoninergico e dopaminergico, che sono coinvolti nella regolazione del comportamento alimentare. In particolare, la serotonina agisce sul centro della sazietà.
Nel loro studio sul legame tra trauma infantile e dissociazione, Scheffers et al. (2017), hanno concluso che il trauma infantile compromette il rapporto del paziente con il proprio corpo (atteggiamento del corpo, soddisfazione del corpo e consapevolezza del corpo). Di conseguenza, le persone traumatizzate possono avere difficoltà a rilevare sensazioni e percezioni interne, arrivando a negare qualsiasi consapevolezza somatica.
I ricordi di eventi traumatici, spesso legati al corpo, possono condurre al rifiuto e alla perdita di contatto con esso. In particolare, il disturbo da stress post-traumatico complesso è stato correlato alla maggiore frequenza di sviluppo di disturbi alimentari. Simile al disturbo da stress post-traumatico, è però più complesso, sia per la sua origine sia per i suoi effetti, ed è il risultato di una serie prolungata di eventi violenti all’interno di una relazione asimmetrica con un adulto significativo, avvenuti spesso durante l’infanzia. Queste esperienze portano la persona a convivere con un senso di impotenza, legato all’incapacità di impedire che l’evento traumatico accada o di evitare di subire il trauma stesso. Compaiono sintomi profondi e complessi, tra cui ansia e depressione prolungate, spesso associate a disturbi di personalità e soprattutto al disturbo bipolare. Tra i segni più caratteristici di tale disturbo vi è un’immagine di sé negativa e un’incapacità di fronteggiare forti sentimenti di rabbia o tristezza, meccanismo noto come regolazione degli affetti. L’atto di morire volontariamente e coscientemente di fame o di impegnarsi in comportamenti di spurgo per cambiare la propria forma fisica è un metodo che la vittima usa per riaffermare il controllo sul proprio corpo. Nelle attività di controllo del peso e del cibo la vittima avverte un senso di sollievo da sentimenti di angoscia mentale simili a quelli conseguenti all’uso di droghe o alcool, con funzione di automedicazione.
La correlazione con i disturbi alimentari non riguarda solo l’abuso di tipo sessuale, ma anche altre forme di maltrattamento infantile (l’abuso fisico, il maltrattamento psicologico, l’incuria, la violenza assistita).