Chi lo avrebbe mai detto?
Antica la storia dei piselli. Ha inizio quando nacque l’idea della coltivazione, ben circa 8000 anni fa
Antica storia, quella dei piselli. Ha inizio quando nacque l’idea della coltivazione – circa 8000 anni fa – nella vasta area della Mezzaluna fertile, dove si svilupparono le prime importanti civiltà agricole. Il pisello fu una delle prime piante addomesticate dall’uomo, assieme ad altre leguminose come lenticchie e ceci. Tale specie, sempre più selezionata, si diffuse verso est sino all’India e a ovest, in gran parte dell’Europa, compresi la Grecia antica e l’Impero romano. Ciò risulta dall’Historia Plantarum di Teofrasto, dal De re rustica di Columella e dalla Naturalis historia di Plinio. A onor del vero, i piselli utilizzati dai Romani apparivano molto meno gradevoli dei nostri: quelli della specie Pisum arvense (chiamata roveja e ancora coltivata in Umbria, a Civita di Cascia, come Presidio Slow Food), risultano piccoli, spigolosi e tendenti al grigio. Probabilmente erano apprezzati per il fatto che, essiccati, si mantenevano a lungo. Non vengono menzionati in gastronomia prima di Varrone (I sec. a.C.) e questo silenzio per centinaia d’anni lascia un po’ perplessi. Comunque si sa che, nella Roma antica, i piselli venivano cotti in una concicla (una sorta di pignatta in terracotta), interi o spezzati, con l’aggiunta di prezzemolo, sedano, porro, un goccio di vino e l’immancabile garum (una salsa liquida di interiora di pesce). Una curiosità: i cognomi di alcune delle famiglie patrizie romane avevano una stretta attinenza con i legumi. Plinio il Vecchio sottolinea che molte antiche gens romane derivarono il proprio nomen dai legumi che esse prediligevano, o alla cui coltivazione erano dediti maggiormente. La gens Fabia, ad esempio, deve il nome alla faba, cioè le fave, molto utilizzate in età arcaica, i Lentuli (da lentes, lenticchie). Marco Tullio Cicerone aveva un antenato con una verruca sul naso a forma di cece (cicer) dal quale prese il nome tutta la discendenza. Nel nostro caso specifico, i Pisoni (pisum, pisello), ramo dei Calpurnii, erano una famiglia della quale il più ricordato dagli studenti è Gaio Calpurnio Pisone, politico romano capo della fallita congiura organizzata nel 65 d.C. ai danni dell’imperatore Nerone.
Tornando ai nostri piselli, nel Medioevo essi continuarono a rappresentare una fonte importante di sostentamento, soprattutto per i ceti meno abbienti, giacché i legumi in genere erano guardati con diffidenza dall’aristocrazia in quanto causano flatulenza. Nell’Italia medievale i legumi più diffusi risultavano essere le fave, mentre in Inghilterra i piselli, anche se quelli secchi per secoli furono fonte primaria di proteine in tutta l’Europa del nord. Ad esempio una delle zuppe più note dell’Olanda di oggi è la densa Erwtensoep (zuppa di piselli), discendente della più comune tra le zuppe medievali. A Venezia, invece, probabilmente per merito dei Bizantini con i quali la Serenissima è stata a lungo collegata, divenne famoso il piatto di Risi e bisi (riso e piselli con tanto di baccello), ancora apprezzatissimo, soprattutto con quello di Borso del Grappa, il cosiddetto biso de Borso, tradizionalmente offerto al Doge per la festa di San Marco. Alla fine del XIV secolo, in Toscana, presso la corte dei Medici fu selezionata una varietà nana da consumare fresca: erano i piselli novelli.
Nel 1533, quando Caterina dei Medici sposò Enrico II di Francia, portò con sé diverse specialità: i piselli ebbero immediato successo e furono ribattezzati petit pois, nome che è arrivato sino ai nostri giorni. Luigi XIV li impose come una vera e propria mania gastronomica. Inoltre, quando concepì l’idea di arricchire la reggia di Versailles con ampi spazi per orti e frutteti, nominò l’anziano avvocato Jean-Baptiste de la Quintinie Direttore dei giardini, frutteti e orti di tutte le case reali. Questi creò orti d’avanguardia, veri e propri giardini con tanto di serre, che permettevano di raccogliere primizie di ortaggi e legumi. Questa sua opera, che ancora esiste, è stata classificata nel 1921 monumento storico.