Federico Gallo, fra tradizione e innovazione
In cucina il gioco di squadra ha un ruolo fondamentale.
In cucina il gioco di squadra ha un ruolo fondamentale.
Queste le schiette parole dello chef Federico Gallo, nato a Torino nel 1987 e giovane promessa della cucina italiana. Da adolescente si traferisce in Toscana, dalle parti di Chiusi, dove inizia il suo rapporto con i fornelli all’Istituto Alberghiero di Chianciano.
Dopo il diploma conseguito nel 2006, inizia a viaggiare, prima in Italia – soprattutto in Toscana – e poi dal Messico agli Stati Uniti, fino a giungere nel nord Europa, al Geranium di Copenaghen.
La sua carriera inizia all’Hostaria della Terrazza Aldobrandeschi di Sorano, a Grosseto; passa poi a La Parolina nel viterbese e, poco dopo, alla Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo, dove si occupa di antipasti e primi. A seguire, il rientro a La Parolina, dove Federico si ferma per ben quattro anni come sous chef.
Dal 2016 è alla guida della cucina della Locanda del Pilone. Durante quell’anno, infatti, il patron del ristorante Achille Boroli si trova a dover sostituire lo chef giapponese Masayuki Kondo, deciso a ritornare a Tokyo per aprire un suo ristorante. La scelta ricade sul suo secondo, Federico Gallo, che all’epoca ha 27 anni. Una scelta che si dimostra vincente, tanto che l’anno successivo Federico riceve da Michelin il premio come Miglior Giovane Chef 2017.
La Locanda del Pilone, nel cuore delle Langhe, propone la tradizione piemontese rivisitata in chiave contemporanea. La qualità e la raffinatezza dei piatti proposti dallo chef Gallo e dalla sua squadra – forti anche delle pregresse esperienze fatte all’estero dallo chef – sono valsi al ristorante una stella Michelin.
Nonostante la giovane età, la brigata dello chef Gallo è estremamente professionale ed è in grado di creare menu stagionali interessanti e vari, dove i tradizionali prodotti piemontesi e toscani si sposano con quelli delle altre regioni del mondo; il risultato sono piatti dalla straordinaria ricchezza di profumi, colori e sapori.
È così che i tajarin 40 tuorli della tradizione sabauda alla Locanda del Pilone si arricchiscono prima di coriandolo e poi di un aroma a cavallo tra terra e mare, con funghi porcini e crudo di scampi; il piccione incontra invece il daikon e il caffè, mentre il capriolo mele e acciughe del Cantabrico.
Insomma, giovani talentuosi, tanta passione, amore per il territorio e voglia di reinventarsi. Ingredienti preziosi per ricette vincenti, assemblata da chi di ricette se ne intende davvero.