La regione che andiamo a visitare oggi, alla ricerca di luoghi speciali che si connotano per un’accoglienza unica e per il fascino delle tradizioni, sono le Marche. Sospese tra mare e montagna, il loro nome proviene dal tedesco antico Mark, che significa regione di confine.
La prima meta è il Castello di Monterado – per l’esattezza, Monterado di Trecastelli – disegnato dall’architetto Luigi Vanvitelli. Le sue origini risalgono al 1267 e sono legate allo scopo difensivo della fortificazione, sorta su un sito che domina la vallata fino al mare. Nel 1742 i Gesuiti trasformarono il borgo, costruendo sia il palazzo sia il castello, che divenne un’importante fabbrica di tessuti e un centro per la coltivazione di prodotti agricoli.
Successivamente, nei primi anni del 1800, il territorio di Monterado entrò a far parte del patrimonio dell’imperatore Napoleone I – come del resto altri territori contermini. Bonaparte, infatti, entrò nella regione nel 1797, occupando prima la parte costiera e poi le zone interne; proprio in questa prima meta ritroviamo, in qualche modo, le tracce del suo passaggio. Il palazzo venne acquistato da Massimiliano Giuseppe Eugenio Augusto Napoleone di Beauharnais, marito della Graduchessa Marija Nikolaevna, figlia dello Zar Nicola II, a sua volta cugino di primo grado dell’Imperatore Napoleone III dei Francesi e nipote della prima moglie di Napoleone, Giuseppina Bonaparte. Incaricò il pittore marchigiano Corrado Corradi di affrescare l’interno del palazzo in occasione della sua luna di miele. Il borgo si trova immerso in sette ettari di un vasto bosco di pini, querce, allori e viburni secolari, dove si può passeggiare attraversando uno splendido giardino all’italiana. La struttura, di proprietà privata, possiede anche una biblioteca settecentesca, dove si possono ammirare mirabili e antiche opere editoriali. Anche in questa antica dimora si conserva il gusto per la produzione enogastronomica biologica e a km 0.
La seconda tappa ci porta a Recanati e in qualche modo si mantiene un filo conduttore napoleonico. Fu infatti proprio il conte Monaldo Leopardi, padre del poeta Giacomo, a documentare – in un opuscolo intitolato Descrizione della caduta di Macerata – l’invasione delle truppe napoleoniche. Dal punto di vista del patrimonio storico, la presenza dell’imperatore francese ha finito per innescare, oltre alle – ahimè – ben note spoliazioni, anche la costruzione di diverse ville. Per chi volesse andare a visitarle sono le seguenti: a Treia, Villa Spada; ad Ancona, Villa Favorita; a Civitanova Marche, Villa Eugenia e, a Porto San Giorgio, Villa Bonaparte.
Il Palazzo Dalla Casapiccola è ubicato in pieno centro storico, vicino a Casa Leopardi, ed è una dimora, anch’essa di proprietà privata a gestione familiare, risalente Sei-Settecento. È immersa in un accogliente e rilassante giardino all’italiana delimitato dalle antiche mura della città e, in passato, rappresentava un punto di ristoro d’eccellenza per i pellegrini più facoltosi, diretti al Santuario Mariano di Loreto. Anche in questo caso la famiglia ha saputo recuperare il palazzo conservandone la struttura storica originale. Le suggestive cantine cinquecentesche con le volte a vela valgono una visita. Per la valorizzazione della filiera enogastronomica del territorio, vengono organizzati corsi specializzati di cucina regionale con la docenza di noti chef.
Chiudo con una citazione che rimanda alla filosofia del Touring Club Italiano: «Il mondo è un libro, e chi non viaggia ne legge solo una pagina» (Sant’ Agostino d’Ippona).