Italia: un paesaggio enogastronomico
l'enogastronomia eguaglia l’arte nella scelta dei viaggi: è la ragione per cui quasi un italiano su due si mette in viaggio, che vada in montagna, al mare o nelle città d’arte.
Quando si parla di cibo, le statistiche dicono che gli italiani sono più legati ai sapori tradizionali, a casa come al ristorante. E si scopre che l’enogastronomia eguaglia l’arte nella scelta dei viaggi: è la ragione per cui quasi un italiano su due si mette in viaggio, che vada in montagna, al mare o nelle città d’arte. E non potrebbe essere diversamente visto che il nostro stile di vita è strettamente collegato alla tavola – tanto da essere parte indissolubile di una cultura così stupendamente variegata – e vista l’incredibile differenziazione territoriale, che fa del nostro Paese una meta unica per livello di offerta e per accoglienza.
Connazionali e stranieri hanno come obiettivo l’assaggio di tipicità garantite dalla salubrità e verità dei prodotti. Quindi la scelta della materia prima, insieme alle conoscenze e all’esperienza dei cuochi, diventano fondamentali nella ristorazione.
L’Italia annovera 825 prodotti agroalimentari a Indicazione geografica e 5.056 tradizionali, 4 beni enogastronomici inseriti nella lista del patrimonio UNESCO, 334.743 imprese di ristorazione, 875 ristoranti di eccellenza, 23.406 agriturismi, 114 musei legati al gusto, 173 Strade dell’olio, del vino e dei sapori. E, ancora, una molteplicità di visite e degustazioni nelle cantine, nei birrifici, nei frantoi, feste enogastronomiche ed esperienze di social eating e cooking class, che hanno uno spazio sempre maggiore nell’offerta tradizionale e online. Un panorama consistente, che riflette la ricchezza e la varietà del patrimonio eno-gastro-turistico italiano, apprezzato anche all’estero: quest’ultimo, infatti, mostra sempre più un significativo interesse verso l’Italia del cibo e del vino.
C’è voglia di cultura, di storie del territorio, di raggiungere un’esperienza unica e completa. Cucina come storia, arte, filosofia e chimica. Un bravo chef dovrebbe ottimizzare le sue conoscenze attraverso l’utilizzo dei prodotti del territorio e con la capacità di estendere gli orizzonti di un piatto e di un abbinamento. Ogni portata è una finestra aperta sul mondo e sul valore della contaminazione, che però getta luce rigorosamente al di qua, su ingredienti e grandi protagonisti del presente locale. Una open-mindness di rara sintesi, sulle culture proprie e altrui, ché la cucina è il frutto di scambio, d’intrecci inavvertiti e casuali, di ponti e dialoghi. Contaminazioni unite a quelle eccellenze simbolo della qualità della vita e delle attrattive del nostro territorio. Solo così potremmo parlare dell’Italia come paesaggio enogastronomico, quell’insieme di cultura, persone, ambiente, attività e prodotto tipico che il turista italiano e straniero prende sempre più in considerazione quando sceglie la meta del suo prossimo viaggio.