2018, anno del cibo italiano
Il Touring Club, con la sua costante e ininterrotta opera di divulgazione rigorosa, da sempre dedica al cibo italiano una particolare attenzione.
I Ministeri delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dei Beni Culturali e del Turismo hanno proclamato il 2018 Anno nazionale del cibo italiano ponendo l’attenzione sul rapporto che si è sviluppato, nei secoli, tra arti, paesaggio, creatività ed enogastronomia, sottolineandone il ruolo fondamentale nella costruzione del patrimonio culturale italiano. Esso rappresenta infatti il migliore attrattore turistico del nostro Paese e un prezioso bene identitario diffuso in tutti i territori, cuore della strategia di promozione turistica portata avanti durante tutto il 2018.
Il Touring Club, con la sua costante e ininterrotta opera di divulgazione rigorosa, da sempre dedica al cibo italiano una particolare attenzione. Importante è stata la grande impresa della prima Guida gastronomica d’Italia del 1931, ancora utilizzata come punto di riferimento. La guida del Touring era così eccellente che venne riprodotta a capitoli anche da Umberto Notari, fondatore del mensile La cucina italiana. Il successo è legato al fatto che non era una guida alle curiosità o alle tipicità gastronomiche qua e là rintracciabili, ma un vero e proprio censimento della miriade di prodotti che, anche in piccoli paesi, rappresentavano una risorsa economica. Da allora molte sono state le opere editoriali del sodalizio sul tema enogastronomico: Paesaggi del cibo, Vini buoni d’Italia – unica, perché dedicata ai vini provenienti da vitigni autoctoni – e così via, mano a mano che il Paese diventava consapevole della sua ricchezza culturale e produttiva, così come della sua forza di esportazione.
I territori, secondo il Touring, rappresentano la fonte della nostra identità plurima. Sostenere e raccontare questo settore crea un magico effetto moltiplicatore che dall’agricoltura, e quindi dal paesaggio, dai prodotti agroalimentari, dalle tradizioni enogastronomiche, si riflette sui territori, sugli abitanti, sull’economia, sui valori locali.
Alcuni dati. In una indagine condotta nel 2017 dal Centro Studi del TCI sulla popolazione italiana e su quella di 18 paesi stranieri sull’attrattività e l’immagine del nostro Paese il 25% degli intervistati ha dichiarato di associare l’Italia alla cucina e il 16% ai monumenti. E il motivo per cui il 48% farebbe un viaggio in Italia è la combinazione tra cibo e vino. Un altro dato interessante è quello con cui è stato misurato il livello di soddisfazione in merito all’esperienza turistica: il paesaggio e la natura conquistano il primo posto con il 94%, ma il secondo, con il 92%, è occupato dall’offerta enogastronomica, il primo mezzo con cui il viaggiatore contemporaneo cerca un contatto con la cultura e le tradizioni del luogo. Sostenere questa offerta significa anche generare valore per i territori. Si è chiusa il 2 luglio a New York la 64a edizione del Summer Fancy Food Show, la fiera, dedicata alle specialità alimentari e alle bevande, più grande del Nord America. Il padiglione italiano si è confermato ancora una volta il più esteso, secondo solo a quello dei padroni di casa. Ha ospitato oltre 300 aziende (equivalenti al 12% del totale degli espositori) che hanno rappresentato l’intera gamma del made in Italy agroalimentare sotto il claim The Extraordinary Italian Taste.
Particolare menzione merita la prima edizione, svoltasi a giugno, della National Prosecco Week che, in varie città degli Stati Uniti, ha visto il Prosecco DOC protagonista di eventi e incontri.