Valentino Palmisano: per diventare un grande chef bisogna avere fame
Valentino Palmisano, nel 2017, ha raccolto la sfida della famiglia Bianconi e, dal Giappone, è volato a Norcia per contribuire alla rinascita dello storico ristorante Vespasia.

È una fame particolare quella di cui parla Valentino Palmisano, chef stellato che nel 2017 con entusiasmo e coraggio ha raccolto la sfida della famiglia Bianconi e, dal Giappone – dove per alcuni anni è stato alla guida della Locanda dell’hotel Ritz Carlton di Kyoto – è volato a Norcia per dare il suo imprinting alla rinascita dello storico ristorante Vespasia. È la fame di arrivare a un livello altissimo, come lui è riuscito a fare, per «regalare piacere alle persone», per donare attraverso il cibo un’esperienza unica e irripetibile. Lo sottolinea e lo ripete Valentino, mentre con grande disponibilità ci racconta la sua storia. Parla di sé come di uno chef di nuova generazione, e non potrebbe essere diversamente vista la sua giovane età, ma ben ancorato ai valori appresi da ragazzino quando imparare costava molto sacrificio in più rispetto a oggi, quando le informazioni non erano alla portata di tutti ma dovevano essere apprese sul campo, con pazienza e dedizione.
Probabilmente è proprio questo suo essere ancorato alle radici che gli ha permesso di proiettarsi presto lontano dalla sua Campania e di lavorare con chef come Pino Lavarra e Bruno Barbieri, e di arrivare ancora giovanissimo a fare da secondo a Oliver Glowig – esperienza che senza dubbio ha suggellato la sua carriera. E quella fame di arrivare – non per raggiungere risultati mediatici, ma per toccare il cuore con la sua cucina – lo rende oggi persona più che personaggio e lo ha condotto nel cuore d’Italia ad affrontare una sfida che, secondo noi, gli conferisce di diritto una stella davvero speciale.